comune di Ca' de' Mazzi sec. XVI - 1757

Infeudata al consigliere sforzesco Alessandro Rò nel 1481, Cà de Mazzi passò ai Dati di Cremona nel 1611 (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, Cà de Mazzi comprendeva la frazione di Pantià e apparteneva al Vescovato inferiore di strada Piacentina (Tassa dei Cavalli), al quale risulta ascritto anche nella successiva documentazione a carattere amministrativo (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Alla metà del Settecento, al momento dell’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento, Ca’ de Mazzi contava 425 abitanti ed era parte del feudo dei Della Somaglia, rappresentati dal podestà di Orio, che ogni giovedì presiedeva la “banca” di Orio. A questi, nonché al podestà di Lodi, prestava giuramento annuale il console della comunità.
Privo di consiglio, il comune era amministrato da tre deputati, eletti annualmente, uno tra i maggiori estimi di Pantià, un secondo tra i maggiori estimi di Ca’ de Mazzi, il terzo – detto il deputato delle teste- tra le persone “ordinarie”. Erano tenuti a vigilare sulla correttezza dei riparti e, in generale, ad amministrare la comunità tenendo conto della pubblica utilità. Completava l’organico della comunità un cancelliere, residente in Livraga e stipendiato con 40 lire terzuole all’anno, oltre a onorari per eventuali spese sostenute nei trasferimenti Lodi per le necessità della comunità. La riscossione delle taglie era affidata a un esattore, nominato con asta pubblica dai maggiori estimi (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3048).
Nel 1753 la comunità era ancora autonoma ed aggregava Cassina de’ Granati (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Cà de Mazzi risulta compreso nella XX Delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 12/01/2007

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]