comune di Casalpusterlengo sec. XIV - 1757

Attestato come “Casale Gausarii” almeno dal 1039, Casalpusterlengo si sviluppò probabilmente attorno a un “castrum” eretto tra IX e X secolo (CDL I).
Centro pievano di grande rilievo (la prima attestazione della plebana di S. Martino risale al 1039), il borgo fu feudo di un ramo dei Pusterla – che ne risultano investiti dalla mensa vescovile di Lodi almeno dalla prima metà del Trecento- dai quali mutuò l’attuale denominazione.
Dal 1450 alla metà del Seicento Casalpusterlengo fu feudo dei Lampugnani: nel 1609 il territorio – che contava 485 fuochi con 2100 anime- assicurava ai feudatari un reddito di 3500 ducati. In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, Casalpusterlengo apparteneva al Vescovato inferiore di Strada Piacentina (Tassa sui Cavalli ); nel 1655, all’estinzione della famiglia Lampugnani la comunità tentò di ottenere la redenzione del feudo che invece fu venduto a Camillo Castelli, marchese di Parabiago e di Vittadone, e successivamente (1695) al principe Antonio Gaetano Gallio Trivulzio.
Nella documentazione amministrativa e fiscale di metà Settecento, il comune risulta aggregare Cassina Grifini, Belingera, Graziola, Lampugnano di fuori, Molino di S Salvatore, Pelladella, Cà del Tesoro, Cavrotta, Cassina Caleana, Granata, Borasca, S.Zenone, Consorzi di Casal Pusterlengo, Comune de Particolari, Borasca, Coste di Mezzo, Coste della Chiesa, Cigolina, mentre nella successiva riorganizzazione territoriale è menzionata solo la frazione di Cà del Tesoro (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nel 1751, al momento dell’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento, Casalpusterlengo aggregava anche la comunità detta Consorzi, con la quale contava complessivamente circa 3200 abitanti.I feudatari avevano un proprio giusdicente a Codogno (al momento Gianbattista Peruchetti), al quale prestava giuramento il console del comune.
La comunità aveva un consiglio generale costituito da 24 membri e un consiglio particolare, composto da quindici consiglieri, scelti tra quelli che costituivano il consiglio generale; l’ordinaria amministrazione era affidata a tre deputati, eletti annualmente con votazione segreta e controllati nel loro operato dai due consigli.
L’organico del comune era completato da un cancelliere, residente in loco, tenuto ad assistere ai consigli e a redigerne le ordinazioni e stipendiato dalla comunità con un salario annuo di 100 lire. La custodia delle scritture dei riparti era affidata al ragionato, responsabile anche dei riparti. Questi si formavano ogni due mesi in consiglio con l’assistenza del giudice e del consiglio particolare o generale; la riscossione delle taglie era quindi affidata a un esattore, eletto con pubblico incanto (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3049).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Casalpusterlengo entrò a fare parte della XVIII Delegazione (editto 10 giugno 1757).
Anche la struttura amministrativa venne almeno in parete modificata con editto emanato nel gennaio 1758.

ultima modifica: 13/10/2003

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