comune di Cavacurta sec. XVI - 1757

Nel 997 Cavacurta figura tra le terre confermate da Ottone III al proprio “fidelis” Rogerio (CDL I), mentre nel 1198 era tra le terre sulle quali Milano riconobbe la giurisdizione del comune di Lodi (CDL II 1). Nella documentazione relativa alla decima papale del 1261 risulta compresa nella pieve di Camairago (Agnelli 1917 a).
Infeudata ai Bevilacqua di Maccastorna nel 1469, Camairago passò ai Trivulzio nel 1501 (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato Inferiore di Strada Cremonese (Tassa dei Cavalli), al quale risulta ascritto anche nella documentazione a carattere fiscale ed amministrativo del secolo successivo (Compartimento Ducato di Milano, 1751; Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Alla metà del Settecento, al momento dell’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento, Cavacurta contava 1076 abitanti ed era parte del feudo dei Castiglioni di Firenze, ai quali Carlo II l’aveva infeudato nel 1678 (Agnelli 1917 a). I feudatari erano rappresentati da un podestà, al momento Giuseppe De Luca, al quale il comune versava un salario di 108 lire; a lui, oltre che al podestà di Lodi, prestava giuramento il console del comune.
La comunità era retta da un consiglio particolare, costituito da 18 consiglieri eletti a vita e scelti per un terzo tra i maggiori estimati, per un terzo tra i minori estimati e per il restante terzo tra il personale. Ogni anno tra i consiglieri erano nominati tre deputati responsabili dell’ordinaria amministrazione del comune e, in particolare, della equità dei riparti.
Completava l’organico del comune un cancelliere, stipendiato con 784 lire all’anno e responsabile delle scritture della comunità , custodite presso la “stanza pubblica” del consiglio. La riscossione delle taglie era affidata a un esattore, nominato con asta pubblica ogni due anni. Priva di propri agenti a Milano, in caso di necessità il comune affidava la propria rappresentanza al giusdicente feudale (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3050).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Cavacurta risulta compreso nella XXIII delegazione del Vescovato di sotto (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 10/01/2005

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]