comune di Lodi 1757 - 1797

L’assetto istituzionale dato a Lodi dalle riforme teresiane rimase in vigore fino al 1786, quando Giuseppe II procedette alla riorganizzazione dell’apparato amministrativo del Regno, dotando le Province dello stato di una struttura burocratico – amministrativa fortemente centralizzata. Analogamente a quanto accadde nelle altre città capoluoghi di circoscrizioni provinciali, anche a Lodi la Congregazione di Patrimonio fu sostituita da una Congregazione municipale responsabile dell’amministrazione del “patrimonio pubblico”, nonché della manutenzione delle strade urbane e provinciali, delle fabbriche e dell’annona e di alcune mansioni di polizia ed igiene pubblica. Di fatto, la congregazione assorbì le competenze dei due consigli; sopravvisse il consiglio generale, che conservò funzioni puramente formali. La riforma giuseppina soppresse inoltre la carica di oratore, sostituito da due assessori (Motta 1997).
La struttura giuseppina tuttavia ebbe vita breve. Nel 1791, infatti, la soppressione delle Intendenze Politiche accordò nuovamente alcune autonomie e responsabilità agli organi del governo locale, sostanzialmente ripristinando l’ordinamento anteriore a Giuseppe II (Fusari 1986).
Dal punto di vista territoriale, il “Compartimento territoriale della Lombardia austriaca” del 26 settembre 1786 suddivise il Ducato in otto province di estensione più o meno uniforme: la città fu posta a capo della provincia di Lodi (editto 26 settembre 1786 c).

ultima modifica: 15/05/2003

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]