comune di Maccastorna sec. XVI - 1757

Nel 1413 il “castrum” e il territorio di Maccastorna sono menzionate tra le località infeudate dall’imperatore Sigismondo al conte Giovanni Vignati (CDL II 2).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato Inferiore di strada Cremonese e aggregava la frazione di Cavo (Tassa dei cavalli).
Alla metà del Settecento, al momento dell’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento, Maccastorna contava circa 300 abitanti e aggregava un altro piccolo comune “che dicesi separato del Cavo”, amministrato dagli Aquaporra, maggiori proprietari dello stesso. La comunità era feudo del marchese Francesco Alfonso Bevilacqua, che aveva un proprio giusdicente a Codogno; a questi, come pure al podestà di Lodi, prestava giuramento il console del comune. Retta da un consiglio, costituito “dal maggior numero possibile degli interessati” e che si riuniva in occasione dei riparti, la comunità era amministrata da due deputati, che operavano col consenso dei maggior estimi. Completava l’organico della comunità un cancelliere, al monento dell’inchiesta residente a Bocca d’Adda dove si esisteva un piccolo archivio con le scritture della comunità, e stipendiato con 92 lire “compreso li quinternetti, pianta del libro della tassa e bilancio per la resa dei conti dell’esattore”. La riscossione delle taglie era affidata a un esattore, nominato con asta pubblica. (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3050)
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Maccastorna con Cavo risulta compreso nella XXIV delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 13/10/2003

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