comune di Orio sec. XIV - 1757

Attestato dal 1119 (CDL I), nel 1164 Orio, “curtis cum castro et villa”, compare tra i beni donati da Federico I al vescovo di Lodi. Infeudata ai Signori di Salerano, nella seconda metà del secolo XII la località era amministrata da un gastaldo vescovile (CDL II 1) ; verosimilmente esisteva già un’organizzazione comunale, attestata però dal 1304 (CDL II 2).
Compreso nel Vescovato Inferiore di Strada Piacentina con le frazioni di Marmora de Cani, Marmora de Pantià e Gradere (Tassa dei cavalli), secondo il compartimento territoriale del 1751 il comune comprendeva Cassina Sanbuche, Cantarana, Molino dell’Inferno, Torchio dell’Inferno, Cassina dell’Inferno, Bettolino dell’Inferno, Marmora, Cassina de Livraghi, Cassina detta il Pradello, Villa d’Orio, Molino della Braghia, Mezzana d’Orio (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
L’inchiesta disposta nello stesso torno di anni dalla Regia Giunta per il Censimento accertò che il comune contava 1006 abitanti ed era infeudato al conte Antonio Somaglia. Il feudatario era rappresentato in loco da un podestà, che ogni otto giorni si recava ad Orio. Presso il villaggio risiedeva con continuità il luogotenente del giusdicente feudale, al quale le teste collettate versavano dieci soldi a titolo di salario, con l’eccezione di quelle che godevano del privilegio del maggior magistrato, e al quale prestava giuramento il console della comunità.
Privo di organi rappresentativi, il comune era amministrato da tre deputati: di questi, due, detti del reale, erano nominati dal feudatario, mentre il terzo “del personale” era eletto dal popolo; nell’amministrazione della comunità, peraltro, i tre deputati erano affiancati dai maggior estimi. Completava l’organico della comunità un cancelliere, residente in loco e stipendiato con 100 lire all’anno; la documentazione pubblica era però conservata presso l’officio pretorio della comunità, che non aveva stanza pubblica. La riscossione delle taglie era affidata a un esattore, nominato con asta pubblica previa lettura dei capitoli (Risposte ai 45 quesiti, cart. 3048).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Orio risulta compreso nella XX delegazione del Vescovato di sotto (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 18/06/2003

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]