comune di Valera Fratta sec. XII - 1757

La fondazione di Valera non dovette essere di molto precedente la prima attestazione della località, risalente al 1029, e probabilmente fu legata a un’iniziativa di dissodamento o di ripopolamento della bassa pianura. Nel XII secolo vi è attestata la presenza patrimoniale di enti ecclesiastici milanesi quali S. Stefano in brolo e potenti famiglie della città ambrosiana (Pessina, Pusterla, Burri). Nel 1173 la prima menzione di Valera “vetula” o Valera “vegia” lascia supporre una dislocazione dell’insediamento originario dovuto forse alla distanza del villaggio dai coltivi o all’insicurezza legata al conflitto con l’Impero; alla stessa data risale l’attestazione di diritti signorili esercitati sul villaggio dai “de Salarano”, come pure la prima menzione del console, a capo della comunità rurale e responsabile coi “vicini” dell’amministrazione dei beni della chiesa locale e delle “comunantie” indivise. A quest’anno, infine, risale la prima nutrita campagna di acquisti nella zona da parte dei Cistercensi di Chiaravalle che continuò a ritmo sostenuto fino agli anni Trenta del Duecento. L’iniziativa dei Cistercensi culminò con l’organizzazione di una grangia, sorta fuori dal villaggio, che in breve modificò profondamente l’organizzazione territoriale ed amministrativa della zona, determinando la nascita di un nuovo centro di insediamento contadino, attestato nelle fonti come Valera “claravallensis” o Valera “fratrum” o Valera “nova”, in contrapposizione con il vecchio villaggio di Valera (Chiappa Mauri 1985).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, la comunità di Valera Fratta apparteneva al Vescovato di mezzo e comprendeva Valera Zucca e Cà del Carobbio (Tassa dei Cavalli).
Nel Compartimento territoriale del 1751 il territorio di Valera Fratta risulta comprendere i “cassinaggi” di Morgnana, Boscata, Molino, Cà Nova, Suchella, Bordona, Brusada (Compartimento Ducato di Milano, 1751). Nello stesso torno di anni, l’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento accertò che la comunità, unita a Valera Zucca, contava circa 440 anime ed era infeudata ai Belgioso, rappresentati da un podestà, che al momento dell’inchiesta era il capitano di giustizia di Milano. Priva di organi rappresentativi, la comunità si riuniva nella pubblica piazza quando necessario. Officiali del comune erano il console e il deputato: il primo era eletto annualmente dalla popolazione, prestava giuramento alla banca di Belgioioso ed aveva funzioni esecutive (ad esempio convocava la comunità quando necessario, fissava il giorno della nomina dell’esattore); il deputato era eletto all’inizio dell’anno dal maggior estimo e dagli interessati. Un cancelliere, residente a in loco e remunerato anche dalla comunità di Valera Zucca con un salario annuo di 35 lire, era responsabile della documentazione pubblica. L’esattore era eletto con asta pubblica e riceveva uno stipendio di cinquecento lire (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3046).
Ancora compresa nel Vescovato di Mezzo, nel 1753 la comunità aggregava Valera Zucca (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Valera Fratta con Valera Zucca risulta compreso nella X delegazione (editto 10 giugno 1757). Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 13/10/2003

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]