amministrazione della città e della provincia di Lodi 1786 - 1791

Con l’ascesa di Giuseppe II al trono imperiale asburgico, avvenuta nel 1780, il processo riformatore già intrapreso dalla madre Maria Teresa subì una forte accelerazione. Abbandonata la linea moderata seguita dall’imperatrice, Giuseppe II diede un deciso impulso anche alla riorganizzazione dell’amministrazione locale, nel segno dell’uniformazione, dell’accentramento e della separazione tra funzione amministrativa e giudicante, provvedendo al contempo alla razionalizzazione delle circoscrizioni territoriali che le riforme teresiane avevano lasciato in uno stato di sostanziale disomogeneità. Con due editti datati 26 settembre 1786 la Lombardia austriaca fu suddivisa in otto provincie a capo delle quali furono posti altrettanti Intendenti politici Ð espressione diretta del Governo centrale e con ampie e diversificate competenze Ð e fu reso noto il nuovo Compartimento territoriale, mentre con un altro editto pubblicato nello stesso giorno le Congregazioni dei Prefetti al Governo furono sostituite dalle Congregazioni Municipali. Le Delegazioni furono a loro volta organizzate in otto distretti corrispondenti alle Regie Cancellerie del Censo. La corrispondenza tra Distretti delle Cancellerie del censo e le delegazioni era la seguente: I (delegazione XXV); II (delegazioni XXVI e VI); III (delegazioni II-V); IV (delegazioni I, VII-IX); V (delegazioni X-XI); VI (delegazioni XII-XV); VII (delegazioni XVI-XX) e VIII (XXI-XXIV) (Stroppa 1994).
La Congregazione Municipale di Lodi, similmente alle altre con funzioni di amministrazione e gestione del patrimonio pubblico nonché di polizia urbana e igiene pubblica, era presieduta da un prefetto, nominato direttamente dal governatore, e si componeva di sei assessori, quattro scelti in seno al patriziato cittadino (come lo stesso prefetto) e due nella cerchia degli estimati. Nominati dal governo nel 1786, gli assessori avevano un mandato compreso tra sei e nove anni; allo scadere del mandato i consiglieri avrebbero dovuto essere eletti entro terne presentate dal Consiglio generale al governo, ma siccome non si giunse al termine prescritto per il rinnovo delle cariche, gli assessori rimasero di nomina governativa. I decurioni, inoltre, costituivano la larga maggioranza degli assessori (Conca 1991).
Le Congregazioni municipali erano competenti in tutto ciò che riguardava l’amministrazione del Patrimonio pubblico, funzioni svolte fino a quel momento dalla Congregazione dei Prefetti o del Patrimonio; avevano inoltre il compito di provvedere in tutta la provincia all’esecuzione dei regolamenti emanati dal governo nelle seguenti materie: gli adattamenti e la manutenzione delle strade urbane e provinciali; la soprintendenza alle fabbriche dei rispettivi pubblici e all’ornato esterno della città; la vigilanza sui cassieri o commissari della provincia; gli alloggiamenti e le fazioni militari (per la pronta esecuzione delle quali le Congregazioni dovevano essere avvisate dagli Intendenti provinciali); la soprintendenza alle vettovaglie; la facoltà di fissare i calmieri (sia in città sia in campagna con l’approvazione dell’Intendente Politico Provinciale); la vigilanza in caso di incendi.
Gli assessori si riunivano in linea di massima con cadenza bisettimanale. Durante le sedute erano vagliati gli ordini superiori inoltrati dall’Intendenza. In caso di istanze locali, al contrario, era la Congregazione a sottoporre all’intendente le proprie decisioni. Ogni pratica era poi assegnata ad uno degli assessori che provvedeva a farla giungere a buon fine. Tra gli assessori lodigiani erano previste competenze specifiche solo per il delegato alle vettovaglie e per quello alle strade; seppure non previsto nella pianta organica, inoltre, operava anche un assessore delegato alla sanità.
Accanto alla Congregazione municipale che assorbì, come già evidenziato, le competenze dei precedenti organi di governo, continuò ad operare anche il Consiglio generale dei decurioni seppure con funzioni formali quali l’approvazione dei bilanci annuali e la registrazione dei dispacci governativi di carattere generale (Archidata Lodi).
Per quanto riguarda l’organizzazione territoriale, il Lodigiano, fatta salva l’articolazione in Vescovati, fu suddiviso in ventisei Delegazioni; alle preesistenti ventiquattro, infatti, si unirono le due Gera d’Adda, Superiore e Inferiore (Delegazione XXV e XXVI).

ultima modifica: 19/01/2005

[ Saverio Almini ]