capitano di giustizia sec. XVII - 1786

Dalla “specificazione dell’attuale sistema de’ tribunali di Mantova” del 1737, il capitano di giustizia era “il giudice ordinario criminale per la città e stato di Mantova”. Aveva facoltà di spedire “da se le cause anche capitali in contumacia de’ rei, che non siano ’in fortis’”, mentre “in tutte e cause che abbiano titolo di pena afflitiva sino alla galea, relegazione e lunga prigionia, deve conferirne il processo ’in pleno senatu’, sottoponendo il proprio voto ’in scriptis’ al superiore oracolo dello stesso tribunale, da cui perciò e per mano dell’ultimo senatore si fa notare ’ad calcem’ del voto medesimo l’approvazione o riforma di quello; e quindi il capitano di giustizia n’estende la sentenza, la quale se di morte devÈessere firmata di mano dello stesso principe ed ora dal governo per l’esecuzione”. Non poteva usare la tortura per estorcere le confessioni degli indiziati senza il permesso del senato di giustizia, come peraltro gli altri giusdicenti di mero e misto imperio dello stato. Aveva sede nel palazzo del Criminale, dove avevano il proprio banco, con i propri scrittori, notai criminali (Sistemazione tribunali di Mantova, 1737).
Il piano dei tribunali ed uffici della città e ducato di Mantova del 1750 (piano 15 marzo 1750) stabiliva che la carica capitano di giustizia fosse “ad arbitrio di sua maestà, ma soggetto anch’esso al sindacato”, come gli altri giudicenti. Il capitano di giustizia aveva “l’ordinaria giurisdizione criminale” nella città e distretto. Aveva inoltre competenza “nelle cause di danno dato ed altre miste”, che “in qualunque maniera diverranno soggette alla di lui giurisdizione”.
All’ufficio del capitano di giustizia erano assegnati quattro notai, che “oltre l’incombenza solita de’ processi, riceveranno anche sicurtà, che per l’addietro si registravano negli atti del notaro delle commessioni”. Vi erano inoltre un procuratore dei carcerati poveri e un sollecitatore per le cause dei poveri e un portiere (piano 15 marzo 1750).

ultima modifica: 19/01/2005

[ Giancarlo Cobelli ]