maestri dei mulini sec. XII - sec. XIII

Incaricati di regolare l’uso delle acque dei mulini i “magistri molendinorum” furono istituiti intorno alla seconda metà del XII secolo. La più antica testimonianza di questi officiali ritrovata tra la documentazione raccolta negli “Atti del comune di Milano”, risale al 1173: in quell’anno, in occasione di una controversia insorta tra il monastero di sant’Ambrogio di Milano ed alcuni esponenti della famiglia de Valle per la demolizione di alcuni mulini di proprietà dei de Valle che ostacolavano la regolare attività dei confinanti molini del monastero, i consoli del comune nominarono alcuni maestri dei mulini per dirimere la vertenza.
Già con la emanazione dei primi statuti sulle acque e sul loro uso da parte dei diversi utenti, si stabilì che i maestri dei mulini – poi denominati officiali delle acque – dovessero essere coadiuvati nell’esercizio dei loro compiti da un certo numero di campari.
Nominati di anno in anno, detti campari si impegnavano a custodire “bona fide et sine fraude” i beni a loro affidati; in caso di danni o furti essi erano tenuti a richiedere e riscuotere dai trasgressori, se identificati, una somma tale da coprire l’entità del danno; in caso contrario i campari erano invece tenuti, entro tre giorni, a denunciare l’accaduto al podestà il quale, dopo aver stimato i danni avrebbe fissato la multa e stabilito l’entità del risarcimento da versare al proprietario leso; metà della multa era destinata al proprietario danneggiato l’altra metà veniva consegnata al canevario del comune (Barni 1954; Franceschini 1954; Manaresi 1919).

ultima modifica: 19/01/2005

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