ragioniere generale sec. XV - sec. XVI

Tenere il conto di tutte le entrate e spese del Dominio, supervisionare sull’operato dei ragionieri delle bollette “a papiro” – cioè delle entrate – di quelli delle bollette “ad cartam” – cioè delle spese – e dei ragionieri “ad expensas consumatas” – cioè delle spese consumate – alle sue dirette dipendenze; controllare che il tesoriere generale tenesse sempre esplicitate nelle sue note i denari introitati – cioè i denari imputati a debito del tesoriere – al fine di poter conoscere con esattezza la disponibilità di cassa, erano i compiti delegati al ragioniere generale, officiale direttamente subordinato ai Maestri delle entrate.
Tuttavia con la ristrutturazione della Tesoreria generale, attuata per volere di Galeazzo Maria Sforza intorno agli anni ’70 del Quattrocento, le competenze sino ad allora attribuite al ragioniere generale vennero notevolmente limitate, trasformandolo in mero ufficio contabile (Leverotti 1994; Leverotti 1997).

ultima modifica: 19/01/2005

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