segreteria generale di governo 1859 giugno 8 - 1860 novembre 1

Il 5 giugno 1859, in seguito alla battaglia di Magenta che aveva liberato alle truppe francopiemontesi la via verso Milano, la Congregazione municipale aveva votato un indirizzo a Vittorio Emanuele II che, confermando il patto votato nel 1848, proclamava l’annessione della Lombardia al Piemonte.
Alla liberazione e all’unione politica del territorio seguirono le norme fondamentali della nuova amministrazione temporanea della Lombardia che, sul progetto della commissione Giulini, furono stabilite dal decreto 8 giugno 1859. Rappresentante del re e investito dei pieni poteri in materia civile era il governatore, alla cui dipendenza venivano poste tutte le autorità delle province lombarde. Gli affari amministrativi che erano stati di competenza della luogotenenza lombarda venivano ora affidati alle cinque sezioni della regia amministrazione centrale della Lombardia, mentre presso il governatore, che fu il magistrato piemontese Paolo Onorato Vigliani, veniva istituita una segreteria generale di governo, retta da un funzionario “avente le attribuzioni e competenze dei segretari generali dei ministeri” (Raponi 1961, p. 8). Il segretario, incaricato dal governatore, poteva “firmare la corrispondenza e i provvedimenti relativi agli affari dell’ordinaria amministrazione”. La delega affidata al segretario dal governatore fu in realtà molto ampia e la segreteria si occupò di numerose materie, tra cui anche le questioni riguardanti il personale. Più specificamente rientravano nelle competenze dell’ufficio di segreteria – composto dal segretario generale (Francesco Duca), da un segretario (Luigi Cacciamali), un vicesegretario (Giuseppe Malortiz) e due praticanti di concetto (Alberto De Rossignoli e Dinocrate Alvisetti) – gli “affari camerali; araldica e nobiltà; debito pubblico; prestiti dello stato; regi teatri nei rapporti economici e politici, e pubblici spettacoli in genere; corrispondenza diplomatica; economato del governo; personale della segreteria generale e della r. amministrazione centrale; personale camerale e finanziario; personale della contabilità di stato” (Raponi 1961, p. 12).
Insieme con i direttori delle sezioni della regia amministrazione centrale il segretario generale teneva due riunioni settimanali destinate alla trattazione di questioni particolari, quali il contenzioso amministrativo, le interpretazioni delle leggi o l’emanazione di nuovi provvedimenti.
Dopo i decreti relativi all’unificazione legislativa della Lombardia con il Piemonte, la segreteria generale continuò ad operare come ufficio stralcio presso il governo provinciale di Milano fino al 1 novembre 1860 (Atti della commissione Giulini 1962; Raponi 1961).

ultima modifica: 19/01/2005

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