commissaria della contabilità nazionale 1803 dicembre 15 - 1812 febbraio

La formazione di una “contabilità nazionale” incaricata di regolare e verificare i conti delle entrate e delle spese della Repubblica italiana venne prevista dalla carta costituzionale pubblicata a Lione il 26 gennaio 1802, secondo la quale la stessa doveva essere composta da cinque membri scelti dai Collegi elettorali, rinnovabili per un quinto ogni due anni, ma “indefinitamente rieleggibili” (art. 122) (costituzione 1802).
L’incarico fu attribuito il 13 maggio 1802 a Berti, Dall’Olio, Pampuri, Pensa e Sabbati (decreto 13 maggio 1802 b); solo il 19 novembre 1803 si provvide però a promulgare la legge organica sulla Commissaria della contabilità nazionale, la quale, all’art. 1, stabiliva che i commissari avrebbero iniziato a svolgere le loro funzioni il 15 dicembre di quello stesso anno.
Secondo il medesimo testo di legge il risultato dei controlli dei commissari contabili sul conto generale fornito dal Ministero del tesoro doveva essere consegnato al governo un anno dopo la data del ricevimento; ad essi spettava poi vigilare su eventuali dilapidazioni e malversazioni di denaro pubblico da parte di funzionari e di impiegati pubblici e far conoscere al governo le irregolarità rilevate nei conti dei ministeri. Il rinnovo dei membri della Contabilità, nel corso dei primi otto anni, andava effettuata a sorte, mentre in seguito sarebbe avvenuta in base all’anzianità (legge 19 novembre 1803).
Di fatto la Commissaria della contabilità nazionale riuscì ad avviare la propria attività di controllo solo nel marzo del 1804; anche nel periodo successivo essa si dimostrò tuttavia estremamente problematica a causa delle vistose carenze organizzative nella gestione della contabilità da parte dei dicasteri centrali e della scarsa sollecitudine con la quale gli stessi fornivano i propri resoconti contabili. Rimasta addirittura senza sede, la Commissaria venne riorganizzata il 16 dicembre 1805; le difficoltà tuttavia continuarono anche negli anni seguenti soprattutto perché – come rilevava in proposito il ministro delle finanze Prina – “la legge del 19 novembre 1803 non poneva la contabilità fra gli attributi di alcun ministro, quindi nessun ministro poteva rispondere dell’esattezza e celerità delle sue operazioni”.
Lo stesso ministro delle finanze nel 1808 presentò un progetto per l’istituzione di nuova magistratura della contabilità nazionale, che ricalcava il modello della Camera dei conti francese stabilita con legge del 16 settembre 1807. Per vederne l’attuazione bisognerà tuttavia attendere fino al febbraio del 1812 (Roberti 1946-1947).

ultima modifica: 03/04/2006

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