comune di Mettone sec. XIII - 1757

L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento 26 marzo 1273, trascritto negli “Atti del comune di Milano”, in cui Mettone è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Baroni 1992).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Mettone risulta compreso nel vicariato di Binasco (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 4 e 5).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che l’apparato amministrativo del comune, che contava 298 anime, era costituito da due organi consiliari, un consiglio generale, formato da tutti i capi di casa della comunità, a cui faceva riscontro un consiglio particolare, composto da due sindaci, due deputati rurali e due deputati civili: mentre ai due sindaci ed ai due deputati rurali, nominati ogni anno in pubblica piazza “a voce”, restavano raccomandate l’amministrazione del patrimonio pubblico del comune e la “vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti”, ai deputati civili, “che altro non sono che due cavalieri compadroni”, membri a vita del consiglio particolare, competevano la supervisione sull’operato dei sindaci e dei deputati rurali e l’approvazione dei riparti annuali, la cui compilazione spettava al cancelliere.
Un cancelliere, residente in Lachiarella, ed un esattore, scelto con asta pubblica e nominato dal consiglio generale, completavano l’apparato amministrativo della comunità: mentre al primo, oltre alla compilazione e ripartizione dei carichi fiscali, erano raccomandate, in collaborazione coi due sindaci, la cura delle scritture della comunità – custodite presso l’abitazione di uno dei due maggiori estimati – al secondo la comunità affidava tutte le operazioni connesse alla riscossione dei tributi (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart 3024).
A metà del XVIII secolo il comune, infeudato dal 1484 (Casanova 1930), era sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale, nominato dal feudatario stesso, residente in Milano e rappresentato in Lachiarella da un attuario civile e criminale, a cui la comunità di Mettone corrispondeva un annuo onorario per “podestaria” e nelle mani del quale il console, in quanto tutore dell’ordine pubblico, era tenuto ogni anno a prestare l’ordinario giuramento (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3024).

ultima modifica: 13/10/2003

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