pieve di San Giovanni Battista sec. XI - 1971

Pieve della diocesi di Milano. Risulta attestata in un documento del novembre 1018 (Palestra 1977); La primitiva chiesa plebana fu dedicata a San Giovanni evangelista. Alla fine del XIII secolo l’autore del Liber notitiae sanctorum Mediolani, attribuiva al territorio della pieve di Asso le chiese di San Giovanni Battista, San Protaso, Santa Valeria di Caglio, Sant’Apollinare in località Maisano di Valbrona, San Salvatore di Magreglio, San Nazaro in località Mudronno di Sormano, San Michele in località Megna di Visino, Sant’Alessandro di Lasnigo, San Damiano di Rezzago, Santi Giovanni e Paolo di Scarenna. Sempre alla fine del XIII secolo è attestata la canonica di Asso (Liber notitiae).
Alcuni territori e diritti furono sottratti alla pieve di Asso nel medioevo dal monastero di Sant’Ambrogio di Milano, il quale già nel secolo IX contava tra le sue vaste proprietà anche le corti di Civenna e di Limonta, sulle quali l’abate esercitava la giurisdizione civile e spirituale (Vigotti 1974). Nel 1359 il collegio canonicale di Asso contava quattro canonici oltre al prevosto. All’epoca della visita pastorale dell’arcivescovo Gabriele Sforza, che ebbe luogo il 17 luglio 1455, il numero dei canonicati era salito a dodici, per diminuire poi a dieci al tempo di Carlo Borromeo. Nè i titolari dei canonicati nè il prevosto risiedevano comunque in luogo. Le funzioni del prevosto furono esercitate da un viceprevosto nominato dal vicario generale fino al 1570. A partire dal XVI secolo viene designata plebana la chiesa di San Giovanni Battista (DCA, Asso).
Nel 1564 nella chiesa prepositurale di San Giovanni di Asso il collegio canonicale era composto dalla prepositura e da dieci canonicati. La pieve comprendeva, oltre alla prepositura, le cappelle di San Calimero o San Clemente nella chiesa di San Giovanni; la cappella di Santa Valeria di Asso; Sant’Ambrogio di Sormano “de monte Syon”; Santi Apollinare e Materno di Valbrona con la cappella di San Fedele nella chiesa di San Michele di Olimpo; San Primo in San Giovanni di Asso; la cappella ‘de quelli di Gariboldi’; le rettorie dei Santi Cosma e Damiano di Rezzago; Sant’Alessandro di Lasnigo; e quella di Caglio in Vallassina (Liber seminarii 1564). Nel 1592 nella chiesa collegiata di San Giovanni Battista di Asso erano presenti quattro canonicati, escludendo la dignità prepositurale (Visitatio ad limina 1592).
L’unico monastero di Asso sorse nel 1505. Costituito a opera di alcune donne votatesi alla regola benedettina, il 31 marzo 1568 fu soppresso e unito da Carlo Borromeo al monastero del Lentasio di Milano. Il monastero femminile di Santa Maria Coronata di Onno, pressoché contemporaneo al precedente, fu soppresso e unito a quello del Cantello di Cremeno verso il 1570. A Gemù di Sormano la vita di una filiazione del monastero olivetano di Civate si esaurì nell’ultimo decennio del XVI secolo (DCA, Asso).
Dall’epoca post-tridentina alla struttura plebana della diocesi si affiancò quella vicariale: il vicariato di Asso, coincidente con l’ambito territoriale della pieve, era inserito nella regione forense V.
Negli atti delle visite pastorali compiute tra XVI e XVIII secolo dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve figuravano costituite le parrocchie di Asso, capopieve, Barni, Caglio, Magreglio, Lasnigo, Onno, Rezzago, Sormano, Valbrona e Visino.
Le parrocchie di Limonta e Civenna, sottoposte alla signoria dell’abate del monastero di Sant’Ambrogio di Milano fino al 1797, figurano comprese nella pieve di Asso a partire dal XIX secolo (DCA, Asso).
Nel XIX e XX secolo la pieve di San Giovanni evangelista di Asso è sempre stata inclusa nella regione V, fino ai decreti arcivescovili, che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), in seguito ai quali le parrocchie che ne avevano fatto parte furono attribuite al decanato di Asso nella zona pastorale III di Lecco.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Alessandra Baretta ]