parrocchia di San Materno sec. XVI - 1986

Parrocchia della diocesi di Milano. Maccagno Superiore è citata sicuramente come parrocchia della Valtravaglia nel 1565 (Frigerio 1999). Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia di San Materno è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Val Travaglia.
Nel 1748, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia di San Materno di Maccagno Superiore era costituito dal parroco e da due altri sacerdoti residenti; per il popolo, che assommava a 353 anime complessive, di cui 249 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta dall’arcivescovo Carlo Borromeo nel 1574, i cui ascritti seguivano le regole dettate da san Carlo. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa di San Materno, esistevano gli oratori di Sant’Antonio di Padova; Beata Maria Vergine ad Nives; e quelli di San Carlo e di Santa Maria Maddalena in Veddo (Visita Pozzobonelli, Pieve di Bedero).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di San Materno di Maccagno Superiore possedeva fondi per 17.11 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 371 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Maccagno Superiore assommava a lire 442.10; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nei primi decenni del XIX secolo, la parrocchia di San Materno di Maccagno Superiore era ancora inserita nella pieve di Val Travaglia, nella regione II; nel 1836 venne compresa nel vicariato foraneo di Luino.
Nel 1895, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Luino, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 481; il clero era costituito dal parroco. I parrocchiani erano 534, compresi gli abitanti delle frazioni di Veddo e Pianca; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese e oratori di Sant’Antonio, San Carlo, Beata Vergine della Neve. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Luino).
Nel corso del XX secolo, la parrocchia di Maccagno Superiore rimase sempre inclusa nel vicariato foraneo di Luino, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Luino, nella zona pastorale II di Varese.
Con decreto del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, in data 8 luglio 1986 fu stabilito che le due parrocchie site nello stesso comune di Maccagno, cioè Santo Stefano in località Maccagno Inferiore e San Materno in località Maccagno Superiore, affidate da tempo alla cura pastorale di un unico sacerdote, fossero costituite in un’unica parrocchia denominata Santi Stefano e Materno, con sede in Maccagno Superiore (decreto 8 luglio 1986) (RDMi 1986).

ultima modifica: 04/01/2007

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]