pieve di San Giovanni evangelista sec. XII - 1577

Pieve della diocesi di Milano. Attestata alla metà del XII secolo (DCA, Pontirolo), alla fine del secolo successivo l’autore del Liber notitiae sanctorum Mediolani attribuiva al territorio della pieve di Canonica d’Adda le chiese di Pontirolo Vecchio; Cascina San Michele; Pontirolo Nuovo; San Damiano, San Pietro di Basiano; Cascina Monastero; Brembate; San Giovanni apostolo, San Pietro di Busnago; Ciserano; Colnago; Concesa; San Damiano, San Giorgio, San Maurizio, San Pietro di Cornate; San Bartolomeo, San Lorenzo, Santa Maria, Santo Stefano di Gropello; Fugazza; Grezzago; Levate; San Nicolò di Porto Nuovo; Osio Sotto; Portesana; San Giovanni apostolo, San Quirico, Santa Maria di Porto d’Adda; Sabbio Bergamasco; Sforzatica; San Biagio, San Lorenzo, Santa Maria, San Protaso, Santo Stefano, San Vincenzo, San Vito, San Martino, Sant’Alessandro (in domus) di Trezzo; Santa Maria, San Martino di Treviglio; San Colombano, San Pietro, San Paolo, San Nicola, San Carpoforo di Vaprio; Verderio Superiore; Verderio Inferiore (Liber notitiae). Nel 1398 il plebato di Pontirolo comprendeva, oltre alla canonica, le “capelle” di Osio Sopra, Osio Sotto, Trezzo, Colnago, Gradegnano, Crino, Sabbio (Salianese), Roncello, Granziano, Derzano, Basiano, Gropello, Vaprio, Concesa, Lurano, Arcene, Pugnano, Mencrino, Ciserano, Verdello Inferiore, Verdello Superiore, Lenate, Sforzatica, Marziano, Volterio, Brembate Inferiore, Marni, Capriate, San Gervaso (Notitia cleri 1398).
Secondo lo Status ecclesiae mediolanensis del XV secolo nella canonica di Pontirolo c’erano ventinove canonici oltre al “prepositus”; la pieve comprendeva ventotto “ecclesie”, cinque monasteri ed un ospedale (Status ecclesiae mediolanensis).
Sono ricordati anche nel XVI secolo la canonica di Pontirolo con la prepositura, le “rettorie” di San Giovanni evangelista di Busnago, San Ruffino di Groppello, San Nicola di Vaprio, San Martino di Grezzago, San Cristoforo di Terzago, Concesa e i “clericati” di San Protasio di Trezzo, Santa Maria di Crino, Sant’Alessandro di Colnago, Santi Colombano e Paolo di Vaprio, San Michele di “Sinexio”, Concesa e due di Groppello (Liber seminarii 1564).
Nel 1577 l’arcivescovo Carlo Borromeo smembrò il territorio della pieve nei vicariati foranei di Trezzo, Treviglio, Sforzatica-Verdello Maggiore. Pontirolo perse il suo primato di sede plebana e successivamente venne assegnato alla pieve di Treviglio con il nome di Canonica (DCA, Pontirolo). Con decreto 30 aprile 1787 il vicariato di Sforzatica-Verdello Maggiore venne assegnato alla diocesi di Bergamo (DCA, Verdello).
Nelle parrocchie della pieve era in uso il rito romano. Questa tradizione è da collegarsi al fatto che la canonica di Treviglio era alle dipendenze della corte di Monza, fortemente influenzata dal rito patriarchino in uso ad Aquileia e a Como fin dal XIII secolo, quando l’arciprete monzese Raimondo dalla Torre venne prima nominato vescovo a Como e poi promosso alla sede aquileiese. In seguito ai forti attriti che contrapponevano il vescovo di Como, sostenitore dello scisma tricapitolino, al metropolita milanese, san Carlo, su autorizzazione pontificia, decise di sopprimere il rito patriarchino per portare l’intera diocesi all’unità del rito ambrosiano. Ma la forte opposizione del clero e del popolo monzese strappò al Papa e all’arcivescoco la concessione di mantenere il rito romano.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Federica Biava ]