pieve di San Vincenzo sec. XIII - 1582

Pieve della diocesi di Milano. Due iscrizioni lapidarie cristiane del VI secolo testimoniano la presenza a Galliano di presbiteri e diaconi, ossia di un “ordo” plebano (DCA, Galliano). Attestata come pieve alla fine del XIII secolo, quando l’autore del Liber notitiae sanctorum Mediolani attribuiva al territorio della pieve le chiese di San Giovanni Battista di Galliano; San Pietro di “Calbixago”; Sant’Agata, Santo Stefano di Alzate; Sant’Ambrogio con Santa Margherita, Sant’Antonio abate, San Francesco, San Giacomo “alfei”, Santa Maria “monacharum”, San Michele, San Paolo, San Teodoro di Cantù; ’Cascina Sant’Antonino’ (Sant’Antonino “in burgo Canturio ad prata”); Sant’Alessandro, San Salvatore di Carimate; Castelletto; Santa Maria, San Pietro di Senna (”Zenate”); San Protaso, San Vincenzo di Cucciago; San Dionigi, San Leonardo con Santa Maria, San Pietro di Intimiano; San Materno, San Michele di Figino; Fecchio “monasterium”; San Calocero, Santa Maria, San Siro di Montorfano; Novedrate; ’Cascina Patuella’ (Santa Maria di “Plavella”); Rozzago; “Setenago” (Santo Stefano); Subinago; Verzago; Vighizzolo (Liber notitiae; Vigotti 1974). Nel 1398 il plebato di Galliano comprendeva, oltre la canonica, le “capelle” di San Paolo, San Cristoforo, San Bartolomeo “de Theodori”, San Michele di Cantù; Vighizzolo; Intimiano; Castelletto (San Giorgio); Rozzago; Cucciago; Novedrate; Alzate; San Giorgio, Sant’Alessandro di Carimate; Figino; “Pratta” (Sant’Antonio); Montorfano. A quella data il collegio canonicale risulta composto dal preposito e venti canonici, di cui un “clericus” della “cappella supradicte ecclesie” (Notitia cleri 1398). Secondo lo Status ecclesiae mediolanensis, nel XV secolo, nella canonica di Galliano, c’erano ventidue canonici oltre al “prepositum”; la pieve di Galliano comprendeva venti “ecclesie parochiales”, la “domus humiliatorum de Campo Rotondo”, i “monialles de la Nuce” di Cantù, il “monasterium monialium Sancte Marie”, gli ospedali di Montebello, Sant’Antonio e Santa Maria di Cantù. La canonica di San Vincenzo di Galliano, con diciannove canonicati e la prepositura, è ricordata anche nel XVI secolo unitamente alle cappelle di San Giovanni Battista di Galliano, Santi Abdon e Sennen nella chiesa di Galliano, San Giorgio di Castelletto, San Cristoforo di Cantù, Santi Bartolomeo e Teodoro di Cantù, San Michele di Cantù, Santa Maria nella chiesa di San Giovanni evengelista di Montorfano, San Marco di Cantù, Sant’Antonio di Vighizzolo “dele monache” di Sant’Ambrogio di Cantù, San Giuliano “fora de Canturio”, Sant’Apollinare in San Teodoro di Cantù; e alle rettorie di San Paolo di Cantù, San Pietro di Vighizzolo, San Leonardo di Intimiano, Sant’Agata di Rozzago, Santi Gervaso e Protaso di Cucciago, Novedrate, San Pietro di Alzate, San Giorgio di Carimate, Sant’Alessandro di Carimate, Santa Maria e San Martino di Figino, Sant’Antonio “de Prato dele Monache de Santa Maria al Monte”, San Giovanni evangelista di Montorfano (Liber seminarii 1564).
Nel 1572 il plebato di Galliano comprendeva le parrocchie di San Vincenzo (capopieve); San Paolo, San Michele, San Teodoro di Cantù; Alzate; Montorfano; Intimiano; Cucciago; Carimate; Novedrate; Figino; Vighizzolo (Visita Pagano, Pieve di Cantù-Galliano).
Il 10 luglio 1582 l’arcivescovo Carlo Borromeo decretò il trasferimento della sede plebana e della collegiata dalla chiesa di San Vincenzo di Galliano alla chiesa di Paolo di Cantù (Scritture Pieve di Cantù-Galliano, 1662, q. 3).

ultima modifica: 04/01/2007

[ Marina Regina ]