pieve di Sant'Eufemia sec. XIII - 1584

Pieve della diocesi di Milano. Attestata alla fine del XIII secolo, quando l’autore del Liber notitiae sanctorum Mediolani attribuiva al territorio della pieve di Incino le chiese di San Giovanni Battista di Incino; Albese; Anzano; San Bartolomeo, San Pietro, San Cassiano di Buccinigo; San Donato, Santo Stefano di Canzo; San Dionigi, San Nazaro di Carcano; Carella; San Clemente, San Pietro di Cassano; Casletto; Caslino; Castelmarte; Camisasca (”Caxa Massaliasca”); Centemero; Lurago; Colciago; Corneno; Alserio; Cortenova; Fabbrica; Galliano Longone; Lambrugo; Longone; Mazzonio; Masnaga; Sant’Antonino, San Maurizio di “Medate” (’San Maurizio d’Erba’); Merone; Mornigo; Nibionno; ’NobilÈ (”Nobiro”); Orsenigo; Parravicino; Parzano; Pontelambro; Proserpio; Pusiano; San Cassiano, San Giovanni Battista di Rogeno; ’Albavilla’ (”Saconago”); ’San Pietro in Brugora’ (”loci Sancti Petri”); Santi Fermo e Rustico, San Zenone di Cesana; San Ferriolo, Santi Quirico e Biagio di Suello; Tabiago; Tregolo; Villincino (Liber notitiae; Vigotti). Nel 1398 il plebato di Incino comprendeva, oltre la canonica, le “capelle” di San Bartolomeo di Incino; Canzo (Santo Stefano); “Menzago” (Santa Maria); San Pietro “ad Pemorum”; Corneno (San Giorgio); Cesana (San Fermo); Castelletto (San Giorgio); Anzano (San Michele); Masnaga (Santa Maria); Rogeno (San Bassiano); San Giorgio, Santo Stefano di “Dolzago”; Merone (San Giacomo); Orsenigo (San Martino); San Dionigi, San Nazaro di Carcano; Albavilla (San Vittore di “Villa”); Casiglio (Santa Maria); San Giorgio di “Ruzmada” (sic); San Marcellino di “Calvenzana”; Lurago (San Giovanni); Monguzzo (San Cassiano); San Vincenzo “de Aguliano”; Castelmarte. A quella data il collegio canonicale risulta composto dal preposito e dodici canonici (Notitia cleri 1398). Secondo lo Status ecclesiae mediolanensis, nel XV secolo, nella canonica di Incino, c’erano tredici canonici, oltre al “prepositum”, e due “capellani”; la pieve di Incino comprendeva ventidue “ecclesie parochiales cum capella” e il “monasterium monialium” di Lambrugo.
Nel 1583 il plebato di Incino comprendeva le parrocchie di Sant’Eufemia (capopieve); Villincino; Crevenna; Buccinigo; Meate; Albavilla; Albese; Orsenigo; Casiglio; Carcano; Conservio; Anzano; Lurago; Lambrugo; Santa Maria di Lambrugo dei monaci di Sant’Agostino; Costa Masnaga; Tabiago; Rogeno; Monguzzo; Moiana; Bosisio; Casletto; Cesana; Pusiano; Penzano; Corneno; Galliano; Longone; Canzo; Proserpio; Castelmarte; Caslino; Pontelambro; Brugora (Visita Massi, Pieve di Incino).
Nel giugno del 1584 l’arcivescovo Carlo Borromeo decretò il trasferimento della sede plebana e della collegiata dalla chiesa di Sant’Eufemia di Incino alla chiesa di Santa Maria di Villincino nel comune di Erba (Palestra 1984).

ultima modifica: 04/01/2007

[ Marina Regina ]