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66. Francesco Sforza a Giacomo Poyano da Crema 1452 giugno 16 nell'accampamento presso Longhena e Addellum

[ 105r] In castris apud Longhenam et Addellum, xvi iunii MCCCCLII.
Franciscus Sfortia Vicecomes, dux Mediolani, et cetera.
Ordini et modi per nuy dati ad Iacomo Poyano da Crema, nostro castellano della rocha de Varzi (1), li quali luy deve firmiter et inviolabiliter observare et in cosa alcuna non contrafare, socto pena della testa.
Imprimis, ti, Iacomo, teneray ad nome, fidelità et obedientia nostra la dicta rocha et quella non consignaray may per alcun tempo ad homo che viva senza littera soctoscripta de nostra propria mano et senza lo contrasingno che havimo cum ti.
2°, tu non receptaray may in la dicta rocha da due persone in su et queste due persone non le receptaray se tu non saperay molto bene chi sonno, ad ciò che non te intervenisse sinistro alcuno. Et quando voremo che tu recepti più una gente che un'altra in essa rocha, la littera sarrà soctoscripta de nostra mano propria et ultra ciò in la dicta littera gli sarrà scolpita la nostra corniola grande cum la cera rossa dentro, como sta qui de sopra.
3°, non volimo che tu per modo alchuno vadi fora della dicta rocha senza littera soctoscripta de nostra mano propria.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(1) La lettera di nomina di Giacomo Poyano da Crema e l'inizio della sua carica (entrambi 1452 giugno 18) sono successivi alla data della missiva registrata (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 665).