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625. Francesco Sforza a Oldrado Lampugnani 1452 settembre 9 Quinzano d'Oglio

Francesco Sforza vuole che Oldrado Lampugnani intervenga nella vertenza tra il parmense Giovanni Tardilevo e alcuni mercanti parmensi, che vogliono costringere detto Giovanni a onorare il debito che ha con un mercante veneziano, che ha trasferito ai colleghi di Parma il diritto di ricupero del credito vantato.

Domino Oldrado de Lampugnano.
Per parte de Giovane Tardilevo, nostro citadino parmesano, si lamenta di alchuni mercadanti parmesani li quali, segondo dice luy, el voleno astrengere al pagamento de certo debito, quale esso Giovane dice havea cum uno mercadante venitiano, dal quale essi mercadanti parmesani dicono havere havuto actione, et che non gli voleno, in esso debito, compiacere in fare buona certa sua roba hebbe, già da luy, uno factore de quello venitiano, dela quale dice appare publico instrumento. Per la qual cosa, ad ciò dicto Giovane dignamente non si puossa agravare, vi scrivemo et volemo intendiati ben questo facto et gli provediati como vi parerà sia iusto et rasonevele, per forma ch'el dicto Giovane non sia astrecto contra el debito et como siamo certissimi fareti. Ex nostris felicibus castris apud Quinzanum, die viiii septembris 1452.