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1088. Francesco Sforza al commissario di Pontevico 1453 marzo 17 Milano

Francesco Sforza comanda al commissario di Pontevico di intervenire perché l'arquatense Giacomo liberi la stanza in cui si è installato nella casa del cremonese Bartolomeo Calcagno, cui, in aggiunta, sono state portate via alcune pietre destinate al rivellino.

[ 227v] Comissario nostro Pontis (a) Vici.
Vederai la querella n'ha fato Bartolomeo Calcagno, citadino nostro di Cremona, per l'inclusa supplicatione perché gli si è occupata una sua stantia lì in quella nostra terra per Iacobo d'Arquato, dela quale non pò fare senza, et item gli è stato tolto certa quantità de (b) prede cocte per fare quello nostro revelino. Per la qual cossa volemo e comandemoti che, havendo altro modo de provedere de stancia a Iacobo predicto, tene modo ch'esso supplicante habia la dicta sua casa libera et expedita, et circha reliqua provede per quello modo te parirà conveniente, per forma che de his non habia iusta casone de dolerse, intendendo nuy ch'el dicto supplicante sia bene tractato in tute le cosse sue, secondo che per altre te havimo scrito. Data Mediolani, xvii martii 1453. (c)


(a) Segue Curoni depennato.
(b) de ripetuto.
(c) A margine: pro domino Andrioto del Magris.