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1091. Francesco Sforza al podestà di Lodi 1453 marzo 17 Milano

Francesco Sforza ribadisce al podestà di Lodi di tenere in sospeso, fino al suo ritorno, ogni azione a favore o contro il maestro Giovanni Vaca, portato fuori dal territorio ducale dal fratello del duca Alessandro. Tra le cause sospese v'è pure quella che Antoniola, moglie del detto maestro, ha contro Giovanni PiCcinino da Parma, causa che, al ritorno del maestro, il duca vuole che il podestà riprenda expedienter.

[ 228r] Domino potestati Laude.
Te scrissemo pridie tenesse in suspesso ogni causa, hosia l'instantia de quella mosta per maiestro Giovane Vacha vel contra, fine ala tornata sua, perché Alexandro nostro fratello lo (ha) adoperare neli sui servitii fora del paiese nostro. Per le quale nostre lettere pare tenghi in suspeso l'instancia dela causa vertisse fra Antoniola, dona del dicto maiestro Giovanne e Giovane Picinino da Parma, e dubitasse el dicto Giovane Picinino per esse nostre non se deroge ale sue rasone. Per la qual cossa te comandemo et volemo tenghi la dicta causa, sive l'instantia d'esa in suspeso fine ala tornata de maiestro Giovane predicto. Ben volemo proceda expedienter che per la dicta suspensione non se facia preiudicio alcuno ale rasone d'esso Giovane Picinino, e cossì è la nostra intentione. Data Mediolani, die xvii mensis martii 1453.