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1166. Francesco Sforza al podestà di Cantù 1453 marzo 31 Milano

Francesco Sforza comanda al podestà di Cantù che, accertato quanto dice Antonio Zuca, uomo d'arme di Colella da Napoli, costringa, Andriolo detto Capellino, già famiglio di Antonio che si è rifugiato dal padre lì a Cantù, a restituire la roba che gli ha rubato, o a pagarne il relativo valore.

Potestati nostro Canturii.
Antonio Zuca, homo d'arme del strenuo Colella da Napoli, se lamenta de Andriolo dicto Capellino, suo olim famiglio, el quale s'è fugito da luy et àve portata la roba sua in quella terra de Canturio accasa dil padre, il quale l'à acceptata, secundo che latius per la supplicatione introclusa sarai informato. Per la qual cossa volemo et comandemoti che habii da ti li dicti padre et figliolo, et essendo vero le cosse narrate, constrenze li dicti padre et fiolo, sive aliorum ex eis, ad restituire la roba sua al dicto supplicante, ho pagare il debito valore di quella, senza longheza di tempo, como è honesto. Data Mediolani, xxxi martii MCCCCLIII.