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1208. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1453 aprile 9 Milano

Francesco Sforza vuole che il podestà di Cremona, accertato che l'armatura imprestata e non acquistata dal defunto Giacomazzo da Salerno, è di proprieta di Parente, uomo d'arme ducale, che la reclama, gliela faccia, con procedura sommaria, restituire senza alcun ricorso ad altre azioni giudiziarie.

Potestati nostro Cremone.
El Parente, nostro homo d'arme portatore dela presente, ne dice che prestò una armatura al strenuo quondam domino Iacomatio da Salerno, la quale mai non gli è stata restituita nì pagata, et richidendola de presenti ali fideicomissarii dil testamento d'esso quondam domino Iacomatio, el voleno dedure per litigii. Et perché nostra intentione non è, nì volemo per modo alcuno ch'el dicto Parente sia tenuto occupato lì per piatire, te commettiamo et comandemo che summariamente, senza litigio alcuno intendi questa cossa et, constandote dicto Parente debitamente dovere havere dicta armatura, provedi opportunamente et senza altra dilatione, gli sia satisfato per forma che per questa casone non habia più a venire da nuy. Mediolani, viiii aprilis 1453.