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1308. Francesco Sforza al capitano del lago Maggiore 1453 aprile 16 Milano

Francesco Sforza pone al capitano del lago Maggiore varie alternative per l'affare dei soldi da lui riscossi da Antonio Crivelli, Ramello e Raimondo, debitori del condottiero ducale Sagramoro Visconti, senza che questi ne sapesse nulla, non solo, ma non sognandosi di restituirli, ciò che adesso deve fare o, se preferisce, si porti subito dal duca per difendersi in presenza di Sagramoro.

[ 273r] Capitaneo nostro Lacus Maioris.
Come vedarai per la supplicatione introclusa ne ha fornita de ti el strenuo cavalero miser Segramoro Vesconte, nostro conductero et affine dilectissimo, che hai riscosso da Antonio Crivello, Ramello et Raymondino sui debitori, li dinari doveva havere da esi, e questo senza sua saputa e licentia, quali reteni in ti, non curandoti de restituirgli. La qual cossa parendone mancha del'honestà, te comandemo et volemo che, essendo questo vero, ristituischi li dicti danari al predicto supplicante, ho a chi mandarà lui per esi, vel, si malueris, agravandoti di questo, vene da nuy senza altra demora a defenderti et stare qui a rasone con eso supplicante. Data Mediolani, xvi aprilis MCCCCLIII.