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1625. Francesco Sforza al capitano della Lomellina 1453 maggio 14 Milano

Francesco Sforza, constatato dalle nuove lagnanze dei mortaresi da lui detenuti e della comunità di Mortara che se n'è del tutto disinteressato delle lettere ducali, ritorna a comandare al capitano della Lomellina di lasciar liberi detti prigionieri e di restituire loro tutto quanto ha loro sottratto.

[ 333v] Capitaneo nostro Lumelline.
Denuo havemo receuto gravissima querella da queli homini de Mortara, quali hai destenuti, e dala comunità da Mortara che, licet per due nostre lettere t'habiamo scrito che dando loro segurtade ydonea in Mortara de stare a rasone, dovesi liberarli e relaxarli ad restituirgle le sue robe, carre e biade e ogni altra roba sua, tamen non l'hai voluto fare, dil che ne pigliamo grandissima admiratione e spiacere. E, pertanto, te comandemo expressius e volemo che, remosta ogni dillatione de tempo et exceptione, e senza aspetare altra replicatione de nostre lettere relaxi libere li dicti homini e restituischi le dicte sue bestie, biada e carro et ogni altra sua robba, per modo che de ciò più non sentiamo veruna lamenta che l'haverimo molestissimo e cossì lo intenderai per effecto. Data Mediolani, xiiii maii 1453.