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1629. Francesco Sforza al podestà, al comune e agli uomini di Binasco 1453 maggio 14 Milano

Francesco Sforza denuncia al podestà, al comune e uomini di Binasco che incuranti oltre il lecito, sia del fatto che la lite sia ancora pendente che delle lettere scritte dal podestà di Pavia, si molestino i conti di Langosco e nonché il loro fattore Paoletto da Siena, motivo per cui ordina che cessi ogni angheria e impone al podestà di intervenire perché ciò si realizzi, oltre a revocare qualsiasi novità fatta.

[ 334v] Potestati, comuni et hominibus de Binaschi.
Preter debitum, non attenta litis pendentia nec scriptis tibi per lo potestà nostro de Pavia, pare siano molestati li nobili ex comitibus de Languscho, secondo intendariti latius per la supplicatione sua introclusa, dil che ne pigliamo admiratione. E pertanto ve comandemo e volemo che, essendo cossì, non molestati per veruno modo né lasare tu, podestà, molestare li dicti nobili, ho altri per loro, neanche Pauleto de Sena, loro factore, mentre sarà decissa essa controversia, quinimo a ogni novità fata contra loro, fala tu, podestà, revocare per forma che più de ciò non sentiamo querella. Data Mediolani, xiiii maii 1453.