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1643. Francesco Sforza al podestà di Milano 1453 maggio 14 Milano

Tenuto presente che il milanese Antonino da Sesto, dopo aver riavuto dal suo fattore Innocente da Carnago una parte della refurtiva ed essere stato rassicurato di riprendere il rimanente, non solo lo ha perdonato, ma ne perora anche la grazia. Francesco Sforza lo grazia e ordina al podestà di Milano di liberarlo e di far depennare qualsiasi traccia scritta attinente al suo reato in modo da non doverne patire alcuna molestia né personale né patrimoniale.

Potestati nostro Mediolani.
El n'à scrito Antonino da Sexto, citadino nostro de Milano, ad cui instantiam fu destenuto Innocente de Carnagho, suo factore, per furto fato in casa sua, che l'à hauto im parte satisfactione delo dicto furto, e per lo resto ha hauto tale segureza che remane contento e, ultra de ciò, che li perdona liberamente l'ofesse e (a) prega nuy che, attenta la sua satisfactione e che gli perdona, como è dito, si dignamo ancora nuy de perdonare, che l'haverà singulare gratia. Considerato le predicte cosse, e volendo verso el dicto Innocente usare clementia e farlo partecipe dela nostra benignità, gli facemo de tale excesso gratia liberale e remissione, e cossì comandamote gli faci canzelare ogni processo, banno e condemnatione fata, hovero che potesseno essere fate contra lui per tale casone, per forma che mai non gli possa fir data molestia alcuna, reale né personale e lo faci liberare dela presone e reponere in la sua pristina libertà. Data Mediolani, xiiii maii MCCCCLtertio. (b)


(a) Segue pregan depennato.
(b) A margine: Pro Boschino de Angleria.