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166. Francesco Sforza al capitano del Seprio 1452 aprile 27 Milano

Francesco Sforza, siccome ha saputo che sono stati commessi degli eccessi nella giurisdizione del podestà di Varese e che i malfattori se ne stanno impuniti, vuole che il capitano del Seprio presti ogni aiuto al predetto podestà nello scovare i delinquenti e nel punirli adeguatamente.

[ 57v] Capitaneo nostro Seprii.
Audimus commmissum excessum esse in iurisdictione potestatis nostri Var(is)ii, cuius perpetratores impunitos evadere non intendimus. Quare scribimus tibi et mandamus quatenus in executione rei huius prefato potestati nostro auxilia queque et favores quoscumque requirendos duxerit superinde prebeas taliter quod in malefactores debita pena plecti veniant. Data Mediolani, die xxvii aprilis MCCCCLII.