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1662. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1453 maggio 16 Milano

Francesco Sforza vuole che il podestà di Pavia, controllato quanto l'uomo d'arme ducale Antonello de Zinzeno dice delle scocciature che, nonostante la restituzione fatta di tutto il maltolto e l'ottenuta grazia ducale, ancora gli dà il priore di San Simone di lì, intervenga perché detto Antonello sia lasciato in pace.

Potestati nostro Papie.
Intenderai la querella per l'inclusa supplicatione n'ha fato Antonello de Zinzeno, nostro homo d'arme, per la molestia gli fa il priore di San Simon di quella nostra cità. E perché intendemo che, havendo esso Antonello restituita la roba furata, gli sia observata la gratia gli havimo fata, la qual cossa lui dice havere fato, pertanto volemo et commandemoti che, essendo vere le cosse narrate, non dii né lasi dare alcuna molestia al dicto supplicante né ali sui beni per questa casone, observandogli la dicta gratia. E quando forte la cosa fusse altramente, ho havese aliud iuridico in contrario, de ciò avisane per tue lettere. Data Mediolani, ut supra.