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1663. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1453 maggio 16 Milano

Francesco Sforza ordina al podestà di Pavia di prendere atto della lamentela degli uomini di Vialsi, della Campagna di Pavia, d'essere stati a torto condannati dal referendario di Pavia al pagamento di una certa somma a istanza dei dazieri della biada del 1451. Verificato quanto è stato denunciato dai ricorrenti e, soprattutto, accertato che essi non ostacolarono le indagini deidazieri, li lasci tranquilli,e si cerchino, invece, e punescano i veri autori dell'intralcio a dette ricerche. Se le cose stessero diversamente, lo si avvisi.

[ 342v] Potestati nostro Papie.
Se lamentano l'homini de Vialsi, dela Campagna nostra de Pavia, che siano stati condemnati per lo refferendario nostro de Pavia, ad instantiam deli datieri dela biada del'anno MCCCCLI, in certa summa de dinari e in contumatia solum, ac contra ogni debito de (a) iusticia e contra la veritade, secondo vedarai copiosius per la supplicatione introclusa, e perché non intendemo gli sia fato torto et non havendo fallato, ho fato contro l'ordine deli dicti datieri, patiscano pena ho molestia veruna, te commettiamo e volemo habii de questo fato diligentissima et veridica informatione, et trovando essere vere le cosse narrate et precipue che loro homini non habiano (b) vedato il cerchare ali dicti datieri, provede non gli sia dato impazo sive molestia et affano alcuno per questa casone, ma procede contra de quelli deno havere vetuto ad essi datieri che non cerchasseno e fa che loro portano la pena, como è honesto. E se pur la cosa fusse altramente, ho habii altra rasone in contrario, de ciò avisace per tue lettere per potere fare sopra ciò debita provisione. Data Mediolani, xvi maii 1453.


(a) Segue instantia depennato.
(b) Segue falito depennato.