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1671. Francesco Sforza al podestà di Sannazzaro 1453 maggio 16 Milano

Francesco Sforza esprime al podestà di Sannazzaro la sua indignazione per la noncuranza mostrata verso le lettere della sua consorte. Anziché esentare Isabella, sorella di Agostino da Sannazzaro, le ha inflitta una condanna di cinquanta ducati d'oro. Elimini tale condanna e esenti Isabella, come gli è stato richiesto.

[ 344r] Potestati nostro Sancti Nazarii.
Havemo inteso, questi dì passati, la illustrissima nostra consorte più volte te ha scrito che voleva se preservase exempta, secondo le lettere sue dela exemptione, Ixabeta, sorella de Augustino de San Nazaro, cortesano dela prefata nostra consorte, et item gli facisti rasone summaria contro uno suo fictavolle, dela qual cossa non ha voluto fare né l'uno né l'altro, ymo, senza respecto e quasi in contempto dele lettere dela prelibata consorte nostra, l'hai condemnata in ducati L d'oro, che non pocho se maravegliamo che non debi così obedire et exequire le lettere dela prefafa nostra consorte, como le (a) nostre, né sapemo intendere unde che tu habi cavata questa presumptione de non farlo. Pertanto volemo e comandamoti che non solamente così la dicta condemnatione, ma che tu preservi exempta dicta Ixabeta iuxta le lettere sue e che l'illustrissima nostra consorte te scrive, facendo siché più non sentiamo novella. Mediolani, xvi maii 1453.


(a) Segue vostre depennato.