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1758. Francesco Sforza a Filippo d'Ancona 1453 maggio 19 Milano

Francesco Sforza comunica a Filippo d'Ancona, familiare ducale, la lamentela del precettore di Sant'Antonio di Cantù perché lo vuole costringere, a fargli pagare il carreggio, pretesa che cozza contro l'usitato e contro i privilegi e le esenzioni ininterrottamente da tempo goduti. Accertato come stanno le cose, il duca gli ordina di stare all'usitato e di non dare molestie né a lui, né ai massari, né ai fittavoli del precettore.

Filippo de Ancona, familiari nostro.
Se querella lo preceptore de Sancto Antonio del Borgo nostro de Canturio che, contra ogni debito, contra la forma de suoi privilegii et exemptioni, ac contra l'usitato continuo et sempre per lo passato usque in hodiernum diem, lo vole astrenzere a pagare el caregio secundo che per la supplicatione sua introclusa meglio poterai intendere. Per la qual cossa, tam per lo debito, tam per la reverentia portiamo al dicto Saneto, siamo contenti che, essendo vere le cosse narrate, non molesti né faci molestare ho innovare cosa veruna contra l'usitato et il consueto sempre fine al presente (a)l dicto preceptore, fictabili et massarii per esso carezo, ma li preservi in quello modo sono stati preservati per lo passato facendo revocare ogni novitate li fusse facta per questa casone, perché non volemo se li facia cosse nove. Data Mediolani (a), xviiii maii 1453.(b)


(a) Segue ut supra depennato.
(b) A margine: pro illustrissima domina ducissa et domino Lanzaloto de Mayno.