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1762. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1453 maggio 21 Milano

Francesco Sforza, premessa la supplica di Antonio di Bellani da Valenza creditore (come la moglie Allesina, figlia del defunto Antonio da Sannazzaro dei nobili di Glarole) di danaro e frumento in Pavia e nel contado, ordina al podestà di Pavia che il ricorrente, per realizzare i crediti suoi e della moglie si avvalga anche degli statuti di Pavia. L'avallo del ricorso agli statuti cittadini da parte di Antonio, che non è un oriundo di Pavia, è giustificato dal fatto che gli instrumenti dei ficti sono rogati a Pavia.

Potestati nostro Papie.
Antonio di Bellani da Valenza ne dice ch'el dè havere alcuni danari e frumento lì in Pavia et in el contado da diverse persone, sì per casone de mercantia, sì etiam suo et nomine de domina Allesine, figlia quondam de Antonio de San Nazaro ex nobilibus Glarolarum per casone de ficto, la quale è sua mogliere, et aliis variis de causis, secondo che da luy habunde sarai informato. Per la qual cossa, intendendo nuy che Antonio predicto senza alcuno litigio ho longheza de tempo habia il suo debito, propterea te commandemo e volemo che contra li predicti debitori, nomine etiam quo supra, procedi et faci rasone summaria et expeditissima, veduta la verità del facto e remosta ogni cavillatione et frivola exceptione, ac secondo la forma deli statuti e decreti de quella nostra cità superinde vigenti, e per tal modo che, absque litigio, presto vengha ad essere interamente satisfacto de tuto quello che debitamente el doverà havere, et non sia tenuto in tempo, né in spesa, considerato chi è forestero lì, volendo ancora, aciò ch'eso supplicante commodius et habilius habia il suo debito, che in premissis il possa usare deli dicti statuti, decreti e ordeni d'esa cità, come il fusse naturale et originario de quela cità citadino, considerato che li instrumenti deli ficti sono rogati lì in Pavia e (a) supra quella terra. Data Mediolani, ut supra.


(a) Segue supra quelle depennato.