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179. Francesco Sforza al capitano del divieto dell'Oltrepo pavese 1452 aprile 29 Milano

Francesco Sforza esprime il suo risentimento al capitano del divieto dell'Oltrepo pavese perché Pietro Antonio da Perugia, compagno di Bartolomeo Colleoni, ancora s'è lamentato con il duca per il fatto che il capitano non sia intervenuto per i cavalli bruciatigli. Non prenda altro tempo per dare soddisfazione a Pietro Antonio, così come senza alcun ritardo prenda provvedimenti contro quelli di Godiasco a favore di Francescone, compagno di Fioravanti da Perugia.

Capitaneo nostro devetus Papiensi ultra Padum.
Dilecte noster, è ritornato da nuy Petro Antonio da Peroxa, conpagno del magnfico Bartolomeo da Bergamo, cum querela perché anchora dice non n'ay data expeditione per queli soy cavali brusati, et cetera, del che ne piliamo admiratione e spiacere, e, pertanto, te scrivemo expresamente e comandemo che indilate faci per tal modo che la dicta causa sia expedita per forma che più non sentiamo de ciò lamenta. E questo volemo faci, omni mora posthabita, fa(c)ti veritate atenta, como per altre nostre che avimo scrito; et similiter dicemo e volemo che fati et la causa de Franceschone, compagno del strenuo Fioravante de Peroxa, nostro conductero, contra queli de Godiasii. Data Mediolani, die xxviiii aprilis 1452.