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245. Francesco Sforza al podestà e al commissario di Bellinzona 1452 luglio 13 presso Trignano

Francesco Sforza vuole che il podestà e il commissario di Bellinzona intervengano perché il comune e gli uomini di Leontica, della valle di Blenio, si sono lamentati per essere molestati nei loro pascoli da quei di Olivone, non tollerando che si diano sentenze e si facciano arbitrati che poi non vengano eseguiti. Provveda che tali sentenze e arbitrati siano appoggiati, in caso di violazione, da pene, alcune delle quali a beneficio della Camera ducale.

Potestati et commissario Berinzone.
Inteso la lamenta ne fano il commune et homini nostri da Levontiga dela nostra valle de Bregno, perché sono turbati et inquietati dali nostri homini da Olivono de dita valle in certi loro pasculi et asculi, nonobstante sententie et arbitramenti date e fate novamente per quale deno essere tolte via ogni differentia e lite fra loro vertente per casone de diti pasculi et aschuli, e nonobstante molte altre rasone. E perché male ne pariria dare sententie e proferire arbitramenti se non fusseno mandate ad exequutione et observate, maxime sententie et arbitramenti iuridichi, ve committimo e volimo che ve informate superinde. Et se cussì trovariti che tra esse parte siano date sententie et arbitramenti iuridichi in dita questione, novamente provediti expeditamente et in modo che non sia attentato né fato contra esse sententie et arbitramenti né contra l'honesto, e con quele pene ve parerà, ala Camera nostra, perché intendemo che eo casu stiano observate, aciò dite differentie habiano fine e per questa casone non habia a seguire altro scandalo né mazore male. Ex felicibus nostris castris apud Trignanum, die (a) xiii iulii 1452.


(a) Segue xv depennato.