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306. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 settembre 18 presso Quinzano

Francesco Sforza vuole che il podestà di Cremona faccia di tutto perhè Marino della Rocca sia conservato nell sua possessione, al cui ingresso Cristoforo da Somo si è opposto con insulti e violenza ferendolo in una mano, atto, questo, che il duca intende sia punito, come giustizia vuole. Il duca esige che detto Cristoforo dia, poi, granzia di non recare altra offesa a Marino né nella persona né nei beni. Infine, lo informa di aver scritto al Consiglio di giustizia di riaffidare la causa in oggetto a lui (viceluogotenente) perché faccia quanto gli è stato ordinato. Vuole, infine, che appuri la verità circa la nuova accusa fatta contro Marino da Cristoforo.

Potestati Cremone
È stato qui da nuy missere Marino dela Rocha con gravissima querela e dicene che, havendogli tu concessa licentia de intrare in possessione de quilli beni ha piatito con Christophoro da Somo, et essendo luy per intrare con li tuoy correrii in possessione, esso Christophoro gli vetò et halo ferito nela mane, secundo che appare publice: dil che ne haveme piligiato non pocho spiacere. E pertante te scrivemo e comandemo che fate per ogni mode exequire la dicta licentia e mantenire esso missere Marino in la dicta possessione, secundo ch'è debito e rasonevole, procedendo demum et puniendo el predicto Christophoro per lo dicto insulto e ferita, secundo che vorà la iustitia, per forma che nequamquam el passa impunito. Item volemo che provede ch'el dicto Christophoro dia ydonea seguratade de non offendere missere Marino in ere né im persona, attenta rei et persone qualitate, a ciò che cessane li scandali, avisandoti che havemo scrito al consilgio nostro de iusticie che te rimetta questa causa nele mane siché exequisse queste te havemo commisse, perché intendemo te hano scripto circha di ciò. Data in nostris felicibus castris apud Quinzanum, die xviii septembris 1452. Ceterum missere Marino ne dice havere inteso che, tanto è stato qui, gli è fata contra una asserta accusa ad instantia del dicto Christophoro, in la quale de' havere testimoniato uno chiamato Cignino da Somo, parente d'eso Christophano, sì che volemo che intende molto bene questa cossa e vedi de informarti, quibus presentibus, per forma che retrovi la verità e missere Marino non habia iusta rasone de lamentarse. Data ut supra.