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366. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1453 gennaio 2 Milano

Francesco Sforza, accertata la verità che Melchione da Rimini doveva avere, come possono testare Giovanni da Pessina allora suo fattore e il suo cancelliere Orfeo, dal defunto Giacomazzo duecentosettanta lire, dispone che il podestà di Cremona comandi ai fedecommissari del predetto Giacomazzo di accontentare in tutto Malchione.

Potestati nostro Cremone.
El strenuo Melchion de Rimini, nostro dilectissimo, ne dice ch'el dè havere da quondam Iacomatio, et consequenter nunc dall'herede suo, più de cclxx livere per le casone intendarai da luy, como dice ne sono informati Iohanne da Pessena, tunc suo factore e Orfeo, suo canzellaro. E perché Melchion non è persona meritta essere deducta per litigii, pertanto volemo e comandemoti habi veridica informatione de questo dali prenominati Iohanne e Orfeo e, trovando premissa vera esse, provede per forma ch'eso Melchion senza alcuno litigio e longheza de tempo sia integramente satisfacto per questa casone, perch'è cosa ne pare iusto e honesto, comandando expressamente ali fideicommissarii del prefato quondam misser Iacomatio che satisfaciano integramente el dicto Melchion, atesa la verità del fato. Data Mediolani, die ii ianuarii MCCCCLIII.