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402. Francesco Sforza al podestà di Castelleone 1453 gennaio 8 Milano

Francesco Sforza vuole che il podestà di Castelleone accerti la verità di quanto reclamato da Giovanni da Soncino: egli cioè fu escluso dalla restituzione della refurtiva fatta da quelli di Castelleone di quanto fu preso nella villa di Coninignano del territorio di Soncino. Giovanni attribuisce tale mancata restituzione al fatto che era ammalato, e così Giorgetto da Castelleone si tenne i quarantasette porci sottrattigli. Se così è, si provveda a rendere il dovuto.

Potestati nostro Castrileonis.
Giohane da Soncino n'ha fata querela e dice che dela robaria fu fata ali dì passati per li nostri da Castelione in la villa de Coninignano del territorio de Soncino è stato reso al'altri al tuto excepto a lui, perché se retrovò amalato quando fu fata la restitutione dele cose tolte, al quale sono retenuti porci xlviii per Zorzeto de Castelione contra ogni debito, perché sono robati soto salvoconducto. Per la qual cossa te scrivemo e volemo che, essendo vere le cosse narate, provide ch'el dito supplicante habia li soi porci o il valore di quelli, come è debito e honesto. Mediolani, viii ianuarii 1453.