Registro n. 11 precedente | 495 di 1770 | successivo

495. Francesco Sforza a Luchina Dal Verme 1453 gennaio 16 Milano

Francesco Sforza, riferite a Luchina Dal Verme le lamentele di Giovanni Cristiano, castellano e capitano di Melegnano che ha impedito a Todisse Cristiano, arciprete di Castel San Giovanni, di godere del suo beneficio, la sollecita a permettere a Giovanni di godere i frutti del beneficio e a non molestarlo per la garanzia di duecento ducati, dei quali ne sono ancora da versare cinquanta.

Domine Luchine de Verme.
El nobile Giovane Christiano, nostro castelano e capitaneo de Melegnano dilecto, n'ha fata gravissima lamenta de vuy, perché dice che, contra rasone e le lettere nostre, may non haveti promesso che miser Thodise Christiano, arcipreite dela terra de Castello San Gioane, habia goduto esso beneficio, d'il che ne piliamo admiratione non pocha, perché siamo informati che Gioane predicto fu amato in fiolo dela bona memoria dal conte Aluisio et, consequenter, vuy lo doveristi havere in caro amico e benivolo e favorire con honestà le cosse sue et di soi, essendo luy tutore da bene e degno d'ogni bono tractamento. Per la qual cossa ve [ 115r] confortiamo, e carichamo al più possamo, voliati lassare goldere quietamente al dicto miser Thodisse esso suo beneficio e provede(re) che omnino habia effectualiter e li sia resposo deli fructi di quello, como è honesto e iusto e a nuy sarà gratissimo. Propterea el dice ancora essere stato vostra segurtade per ducento ducati, dele quali ne restan a pagare L, per li quali continuo fi molestato, voliati in questo ancora piliare tal partito e modo che Gioane de ciò non habia a receere più molesta né affano, como (a) ma sia cavato senza dano come vole ogni rasone e come siamo certissimi che fariti. Mediolani, xvi ianuarii 1453.


(a) Così A.