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761. Francesco Sforza ad Antonio da Casate 1453 febbraio 14 Milano

Francesco Sforza ricorda ad Antonio da Casate, capitano del Lago Maggiore, di Domodossola, Pallanza, Intra e Valle Intrasca che, contrariamente a quel che richiedono quelli di Pallanza sulla riscossione delle condanne, che si mantengono le modalità di quando le condanne spettanti alla Camera ducale e alla comunità di Pallanza venivano riscosse da Giovanni Simone Vismala, e poi da suo figlio Giovanni Leonardo, su concessione di Filippo Maria Visconti.

Antonio de Casate, capitaneo nostro Lacus Maioris, Donnossule, Pallantie, Intri et Valentiasche.
Havimo inteso come quelli nostri homini da Palanza se pretendeno et voleno scodere loro le condempnatione spectante a quella comunità, la qual cossa è contra quello era usato de farsi per el passato per Zuanne Simone Vismala, sive Zuane Leonardo, suo filiolo, al quale fu concesso per la felice memoria del duca passato, nostro padre e socero observandissimo, de potere scodere le condemnatione spectante ala tunc ducale Camera sua et a quella comunitade. Pertanto volemo, e cosś ve commetiamo, attenta la rellatione havimo hauta sopra cị deli Collaterali nostri dela Bancha deli soldati, resto de dicte condempnatione, ś fate come da fare, come facevano li predicti Zuane, Simone e ZuaneIeonardo (a), e questo per lo salario tuo, dela comissaria e deli tuoi fanti hay hauti et tene. Mediolani, xiiii februarii 1453.


(a) Segue come facevano li predicti depennato.