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851. Francesco Sforza al podestà di Canzo 1453 febbraio 23 Milano

Francesco Sforza, constatata l'inutilità di quanto scritto l'anno prima all'allora luogotenente della pieve di Incino, Giovanni da Birago, per cui si continua a pretendere da Piero Pillizone e suo fratello Donato, abitante a Canzo, il pagamento degli oneri locali, impone al podestà di Canzo pro Luchina dal Verme di cancellare dall'estimo del comune e da ogni altra scrittura i nomi dei suddetti fratelli in modo che questi non siano più per tale motivo infastiditi.

[ 181v] Potestati Cantii pro magnifica domina Luchina de Verme.
De novo havimo gravissima querella da Piero Pillizone et Donato, suo fratello, che habita in quel loco di Cantio, che licet scrissemo l'anno passato a Giohanne da Biragho, tunc locuntenente in plebe illa Inzini, non lasasse astrenzere essi supplicanti ala contributione di alcuni carichi con l'homini et comune d'essi homini del loco di Canzo, e se novità alcuna gli era fata la facesse prorsus revocare et anullare, perché contribuisseno qui per tuti li loro beni ali carichi occurenti, tamen non ha fato niente, dil che se maravegliamo. E pertanto ti comandemo expressius et volemo che fati extrahere essi fratelli del'extimo d'eso comune e de qualuncha libro et scriptura, ove fosseno descripti, siché per alcuna graveza, ho caricho occurente lì, non possiano aliqualiter fir molestato, et ogni molestia e novità fata, fala libere revocare et anullare per modo che de ciò non habiano più a farce lamenta né dupplici graventur onere e siano in pigiore grado deli altri nostri citadini. Data Mediolani, xxiii februarii 1453.