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948. Francesco Sforza a Giovanni da Cavirano 1453 marzo 6 Milano

Francesco Sforza vuole che il parmense Giovanni da Cavirano, ben informato di quanto è accaduto nella villa de Manci, nel territorio di Santa Giuletta, faccia restituire il fieno o il relativo prezzo al pavese Giovanni Manfredo da Beccaria, fieno asportato dai soldati forse su suggerimento dei contadini presso i quali i soldati alloggiano.

Iohanni de Cavirano, civi nostro Parmensi.
Giovanni Manfredo da Becharia, nostro (a) citadino dilecto de Pavia, n'ha fato grave lamenta deli soldati nostri logiano lì in la Villa de Manci, territorio de Sancta Zilecta, quali gli hano tolto una assai buona quantità di feno che haveva in uno suo sedimine, posto in la dicta Villa, la qual cossa gli retorna in grandissimo dano, e se crede sia proceduto per opera deli villani e homini, in casa deli quali logiano essi nostri soldati. E perché intendemo ch'esso supplicante omnino habia il suo (b) feno, ho sia integre restaurato del suo danno, pertanto siamo contenti et comandemoti expressius che habii diligente informatione di questo, et demum, senza alcuno litigio, ho longheza di tempo, (c) constrenzi, ho li dicti soldati, overo li homini in casa deli quali logiano e de chi é le stantie, como meglio te parerà, a pagare al dicto supplicante, ho restituirgli, senza alcuna exceptione, lo dicto suo feno integre, per modo che più de ciò non habiamo a sentire lamenta. Data Mediolani, vi martii 1453.


(a) Segue dilecto depennato.
(b) Segue fine depennato.
(c) Segue ho longeheza depennato.