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962. Francesco Sforza al podestà di Castell'Arquato 1453 marzo 7 Milano

Francesco Sforza dice al podestà di Castell'Arquato di non credere, come sostengono i soldati, che sia stata rubata la giornea alla divisa, giornea per la quale il podestà dà noie a Guglielmotto da Vigole, massaro di quel sacerdote che gliela ha data.

Potestati nostro Castri Arquati.
El nostro sacerdote n'ha exposto che tu dai molestia ad uno suo camparo, chiamato Guielmoto da Vigole per una zornea ala divisa, quale gli ha dato esso sacerdote e comperarola in Campa a Calvisano, e questo pari faci ad instanza de alcuni nostri soldati soto pretextu che sia furata. Per la qual cosa, havendossi certi che questo non sia, perché cognoscemo il nostro sacerdote, te commandemo et volemo procedi in questo fato mature, con bone et legitime prove e habia bona advertentia che non se facia iniuria né segua alcuno manchamento indebite al sacerdote né al dicto Guielmoto, come é honesto. Data Mediolani, vii martii MCCCCLIII.