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1707. Francesco Sforza a Ludovico da Bologna 1453 aprile 5 Milano.

Francesco Sforza, comunicato da Gentile dalla Molara a Ludovico da Bologna di volere che Tortona accogliesse cavalli, alla risposta ricevuta dal Consiglio generale dei cittadini che aveva affermato che la comunità avrebbe accolto cavalli se ci fosse stato strame, ma strame non ve n'era, il duca risponde elencando i benefici di tale presenza di gente d'arme, quale deterrente a possibili attacchi nemici e scorta ai cittadini. Con questi ragionamenti Ludovico faccia opera di persuasione con l'avvertenza di dargli cavalli in proporzione allo strame. Circa il fatto che intorno alla città non vi siano riparazioni e fortezze, com'è in tempo di guerra, provveda a tal proposito.

[ 364v] Lodovico de Bononia.
Havimo recevuta la toa lettera et inteso quello ne scrive de quanto, per nostra parte, te ha exposto Gentile dela Molara, nostro famiglio, delli cavalli taxati ad Terdona quale vorriamo fossero logiati dentro la cità, et del Consiglio generale facto per quelli citadini, li quali, essendogle strame, serriamo contenti, ma che non gli è strame, et cetera; et così havimo anche inteso quanto, circa questa parte, quella nostra comunità ne ha mandato ad dire et supplicare. Ad che, respondendo, te dicemo che ad nuy pare necessario che in quella cità logiano qualche cavalli et per secureza dela cità et anche per fare le scorte ad quelli citadini che possano fare le fazende loro de fora, como è la voluntà nostra, et anche perché, sentendo l'inimici che siano gente d'arme in la cità, se absterano fare delle cose che forse fariano sapendo non gli fossero gente. Pertanto ne pare et cossì volimo che, con participatione de quelli citadini, alli quali diray la casone soprascripta, vedute le quantità de strame se trova in essa cità, debbe vedere, per quello megliore modo te parerà, de alogiare dentro la cità quelli più cavalli, cioè li homini d'arme con doy o tri cavalli per uno de quelli gli sonno taxati. In questo te porta cum prudentia, dando ad vedere ad quelli citadini che quanto sia opportuno che qualche cavalli de gente d'arme logiano in quella cità et per il facto nostro et per il loro proprio. Et ne responderay como haveray facto, intendendo però che se habia bona advertentia ad non mettergli più cavalli che gli possano stare per rispecto al strame.
Ceterum, perché intendemo che intorno ad quella nostra cità non sonno facti quelli provisione se rechiedevano et de sbarre et repare et altre forteze, como se deve fare ad tempo da guerra, de che ne maravigliamo, volimo che tu vede molto bene questo facto et tuto quello te parerà de fare per la secureza dela cità, et delle cose de fora provede sia facto per modo l'inimici non possano far danno ad quella nostra cità, et cossì te mandiamo la comissione. Mediolani, die v aprilis 1453.
Zanetus.
Cichus.