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205. Francesco Sforza a Ludovico da Bologna (1453 settembre 3 "apud Gaydum").

Francesco Sforza, informato da Ludovico da Bologna dell'insulto ricevuto e del diniego dato da quei di Viguzzolo a fare il debito loro, gli dice di attenersi a quanto gli ha scritto nella lettera mandata congiuntamente a lui, a Pietro da Lonate e ad Antonio da Fabriano per come devono agire per ottenere quello che ognuno è tenuto a dare. Cerchi, o tramite suo fratello Corrado, o per il modo che gli parrà più opportuno di costringere i Viguzzolesi a fare il loro dovere.

Lodovicho de Bononia.
Havemo recevuto la toa lettera de dì xxviii del passato et inteso quanto ne scrive del'insulto te è stato facto a Viguzolo e dela respuosta simelmente te è stata facta, et quanto sono retrogradi quelli homini a fare el debito loro. Al che respondendo, te dicemo che per un'altra [ 55r] nostra comunamente directiva a Petro da Lonate, a ti et Antonio da Fabriano, pienamente ve havemo scripta la voluntà e parere nostro circha Ii modi haveti a tenere in fare che ogniuno faza el debito suo; sichè per questa non se extenderemo in dire altro, se non che te caricamo et stringemo quanto possiamo che con ogni toa industria, solicitudine et presteza te sforzi de exequire quanto in essa se contene; et de questo facto, per Dio, non ne daray a nuy più molestia veruna poychè hay la intentione nostra. Circha Ii dicti da Viguzolo, o per la via de Conrado, nostro fratello, o per qualunque altro modo meglio te parerà, vogli fare che ad ogni modo fazano el debito loro. Data ut supra Leonardus.
Iohannes.