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50. Francesco Sforza a Ludovico da Bologna (1453 agosto 10 "in castris apud Gaydum").

Francesco Sforza rimbrotta Ludovico da Bologna per la sua lentezza nel riscuotere i denari delle tasse che spettano a Graziolo da Vicenza, riducendolo al rischio di perdere tutta la sua compagnia. Si impegni, quindi, per avere, da chiunque sia, tutti i denari delle tasse che deve in modo che nč Graziolo nč altri rimangano privi di danaro e procuri pure che alle genti del Colleoni, alloggiate nel Tortonese, non manchino i denari delle tasse loro spettanti.

[ 16r] Lodovicho de Bononia.
Nuy non possiamo fare che grandamente non ne maravigliamo et dogliamo de questa tua tanta lenteza et tarditā che hay usata et usi tutavia in retrare li denari dela taxa che tochano al strenuo Gratiolo da Vincenza et alli altri, secondo appare per le assignatione facte; et non č manchato per ti che Gratiolo non habia persa in tuto la compagnia per non havere havuto el suo dinaro. Il perchč volemo, et per questa de novo te comettemo et dicemo che tu vogli con summa presteza et celeritā, non guardando in volto ad homo del mondo, nč havendo riguardo, nč respecto a persona alcuna, et sia che se voglia, fare ogni executione ad retrare li dicti (a) dinari delle taxe da quelli che debitamente restano pagatori, tanto della citā quanto del destricto et iurisdictione de Terdona, secondo l'ordine et le taxe per ti facte et imposte, facendo pagare ogniuno quella summa et numero de dinari che pių volte a bocha hai havuto in commissione da nuy; et cura per modo fare che pių non habiamo a scriverte per simile materia, nč che nuy habiamo pių querella dal dicto Gratiolo, nč dali altri che restino ad essere pagati delli dinari delle dicte taxe, servando anchora modo che le gente del magnifico Bartholomeo, allogiati in Terdonese, habianole lor taxe fina tanto che nuy non te scriveremo altro in contrario. Data apud Gaydum, x augusti 1453.
Iohannes.

(a) ad retrare li dicti scritto su rasura.