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1060. Francesco Sforza a Tebaldo Crivelli, al podestà di Melegnano e a Giovanni Donato Antoni da Barzo 1450 dicembre 3 Milano

Francesco Sforza raccomanda Tebaldo Crivelli che i beni e i massari della Certosa di Pavia, appartenenti alla sua giurisdizione, non siano sottoposti a carichi oltre il dovuto.

[ 282v] Potestati Mazente (1).
Havendo noy tanta multitudine de zente d'arme quanto havimo, non possimo fare che non siamo ad qualuncha delli nostri cussì exempti como non exempti la parte sua del caricho d'esse nostre gente, et per questo bisogna che li venerabili monachi et convento della Certosa de Pavia per gli loro beni supportano la graveza per la ratta loro. Ma intendendo noy non che sianno agravati contra el devere et non supportano caricho se non per la parte sua, te commectemo et commandamo che per li loro beni et massari suppositi alla tua iurisdictione non gli lasso agravare, né molestare se non per quella parte tanto che meritamente gli tocca, et in questo habbi bona advertentia. Data Mediolani, iii decembris 1450.
Cichus.
Scriptum fuit in simili forma potestati Melegnani (2). Data ut supra, et cetera.
Cichus.
In simili forma scriptum fuit potestati Roxate (3). Data ut supra.
Cichus.


(1) Identificato come Tebaldo Crivelli (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 212).
(2) La carica non è segnalata da SANTORO, Gli uffici.
(3) Identificato come Giovanni Donato Antoni da Barzo (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 194).