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1077. Francesco Sforza a Galeazzo Zerbi 1450 dicembre 5 Milano

Francesco Sforza informa Galeazzo Zerbi che non vuole novità per le entrate del ponte di Lodi, donate a Francesco Gentile. Vuole, anzi, che tra i nuovi incanti dei dazi sia incluso anche l'incanto del ponte e si dia «ogni aiuto et favore», sì che l'entrata sia «ad comodità d'esso Francesco».

Referendario Laude (1).
Benché el caso de misser Carlo (2) sia occorso, come debi havere inteso, non dimancho te avisamo che non è nostra intencione che a Francesco Gentille, suo cancellero, sia facta alcuna innovacione né impedimento in le intrate de quello nostro ponte, qual como tu say li havimo donate, immo perché dicto Francisco ne è fidele servitore et lo vidimo prompto in li servicii nostri, et affectionato al stato et bene nostro, gli le confirmamo et volimo che de quelle ne possa disponere et fare corno ha facto per lo passato. Pertanto te scrivemo et comandiamo che in le predicte intrate non faci, né lassi fare innovacione né inhibicione alcuna et ordina ch'el ne possa disponere al suo volere. Et perché dicto [ 285v] Francesco per le virtute sue l'havimo caro, volimo che a questi novi incanti che faray deli nostri dacii, etiam faci incantare dicto ponte interponendoli ogni aiuto et favore possibile, siché se venga a bonificare l'intrata de quello ad comodità d'esso Francesco. Mediolani, v decembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Galeazzo Zerbi: la sua nomina e l'inizio della carica (entrambe 1451 gennaio 1) sono successive alla data della missiva registrata (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 392).
(2) Si tratta di Carlo Gonzaga.